geometria - somma e differenza di segmenti
Dati due segmenti a e b riportiamoli su una semiretta s a partire dalla sua origine O nelle posizioni OM e MN in modo che risultino adiacenti. Il segmento ON così ottenuto si dice somma dei segmenti a e b e si scrive ON = a+b.
La somma di tre o più segmenti si ottiene addizionando a+b dei primi due il terzo segmento c poi via via tutti gli altri.
Addizionando n segmenti tutti uguali ad un segmento a il segmento somma si dice multiplo di a secondo il numero. A sua volta a si dice sottomultiplo del segmento somma secondo il numero n.
Dati due segmenti a e b co a > b si chiama loro differenza e si indica con a-b il segmento che addizionato a b dà come somma a.
L'addizione e la sottrazione dei segmenti godono di tutte le proprietà che caratterizzano l'addizione e la sottrazione di numeri positivi
mercoledì 29 novembre 2017
geometria - segmenti consecutivi e adiacenti
geometria - segmenti consecutivi e adiacenti
due segmenti consecutivi come AB e BC che hanno in comune un estremo ed esso soltanto si dicono consecutivi.
Due segmenti consecutivi che appartengono alla medesima retta si dicono adiacenti
Più segmenti ad due a due consecutivi e non adiacenti costituiscono nel loro insieme una poligonale.
I segmenti si dicono lati e i punti di adiacenza si dicono estremi Se gli estremi sono distinti la poligonale è aperta altrimenti è chiusa. Quando due lati non consecutivi hanno un punto in comune la poligonale è intrecciata
due segmenti consecutivi come AB e BC che hanno in comune un estremo ed esso soltanto si dicono consecutivi.
Due segmenti consecutivi che appartengono alla medesima retta si dicono adiacenti
Più segmenti ad due a due consecutivi e non adiacenti costituiscono nel loro insieme una poligonale.
I segmenti si dicono lati e i punti di adiacenza si dicono estremi Se gli estremi sono distinti la poligonale è aperta altrimenti è chiusa. Quando due lati non consecutivi hanno un punto in comune la poligonale è intrecciata
lunedì 27 novembre 2017
geometria - segmenti
geometria - segmenti
Dati due distinti punti A e B di una retta r dicesi segmento AB il sottoinsieme di r costituito da A da B e dai punti compresi tra A e B. I punti A e B si dicono estremi del segmento AB; ogni altro suo punto P si dice interno ad AB. I punti che non appartengono al segmento si dicono esterni ad esso. Talvolta un segmento indica con una lettera minuscola.
Anche il segmento è un insieme ordinato e denso dotato di un primo e ultimo elemento.
CONFRONTO DI SEGMENTI
Dati due segmenti AB e Mn di trasporti con un movimento rigido AB sulla semiretta di origine M che passa per N con A su M detta C la nuova posizione assunta dall'estremo B tre situazioni si possono verificare :
1) che C sia interno ad MN ( e allora diremo che AB è minore di MN)
2) che C coincida con N (nel caso risulta che AB è = a MN)
3) che C sia esterno ad MN ( diremo che AB è maggiore di MN)
Dati due distinti punti A e B di una retta r dicesi segmento AB il sottoinsieme di r costituito da A da B e dai punti compresi tra A e B. I punti A e B si dicono estremi del segmento AB; ogni altro suo punto P si dice interno ad AB. I punti che non appartengono al segmento si dicono esterni ad esso. Talvolta un segmento indica con una lettera minuscola.
Anche il segmento è un insieme ordinato e denso dotato di un primo e ultimo elemento.
CONFRONTO DI SEGMENTI
Dati due segmenti AB e Mn di trasporti con un movimento rigido AB sulla semiretta di origine M che passa per N con A su M detta C la nuova posizione assunta dall'estremo B tre situazioni si possono verificare :
1) che C sia interno ad MN ( e allora diremo che AB è minore di MN)
2) che C coincida con N (nel caso risulta che AB è = a MN)
3) che C sia esterno ad MN ( diremo che AB è maggiore di MN)
le semirette
le semirette
Sia r una retta orientata cioè una retta sulla quale è stato fissato un verso di percorrenza. Preso su r un punto O veniamo a individuare due sottoinsiemi della retta : quello s' cui appartengono O ed i punti che lo seguono e l'alto s" formato da O e dai punti che lo precedono. Ciascuno di tali insiemi viene detto semiretta di origine O.
Le semirette s' ed s" si dicono opposte e l'una è il proseguimento dell'altra.
E' chiaro che l'unione delle due semirette opposte s' ed s'' è la retta r mentre la loro intersezione è la figura composta dalla sola origine O.
Una semiretta s' resta individuata quando se ne conosca l'origine O ed il suo punto P. Per questo essa viene detta semiretta OP.
Anche la semiretta è un insieme ordinato (perché è fissato fra i suoi punti un criterio di precedente) e denso (perché tra i suo punti ne sono compresi infiniti altri). Essa però non è un insieme privo di primo e ultimo elemento dato che la sua origine precede (o segue) tutti gli altri suoi punti.
Dal 4° postulato segue con facili considerazioni che per semplicità non riportiamo che tutte le semirette sono uguali.
Sia r una retta orientata cioè una retta sulla quale è stato fissato un verso di percorrenza. Preso su r un punto O veniamo a individuare due sottoinsiemi della retta : quello s' cui appartengono O ed i punti che lo seguono e l'alto s" formato da O e dai punti che lo precedono. Ciascuno di tali insiemi viene detto semiretta di origine O.
Le semirette s' ed s" si dicono opposte e l'una è il proseguimento dell'altra.
E' chiaro che l'unione delle due semirette opposte s' ed s'' è la retta r mentre la loro intersezione è la figura composta dalla sola origine O.
Una semiretta s' resta individuata quando se ne conosca l'origine O ed il suo punto P. Per questo essa viene detta semiretta OP.
Anche la semiretta è un insieme ordinato (perché è fissato fra i suoi punti un criterio di precedente) e denso (perché tra i suo punti ne sono compresi infiniti altri). Essa però non è un insieme privo di primo e ultimo elemento dato che la sua origine precede (o segue) tutti gli altri suoi punti.
Dal 4° postulato segue con facili considerazioni che per semplicità non riportiamo che tutte le semirette sono uguali.
rette parallele
rette parallele
5° postulato detto postulato di Euclide
Data una retta r ed un punto P esterno ad essa esiste una e una sola retta passante per P e non avente un punto in comune con la r.
Il precedente postulato ci consente di dare la seguente definizione
due rette del piano si dicono parallele se coincidono oppure se non hanno nessun punto in comune.
In molte trattazione non si considerano parallele anche le rette coincidenti. La definizione più ampia riportata è suggerita dalle vedute più recenti degli studiosi di geometria.
Dal postulato di Euclide e dalla successiva definizione discende il seguente corollario
COROLLARIO
Data una retta r ed un punto P del piano (appartenente oppure no alla r) per P si può condurre una ed una sola retta s parallela alla r.
Parlando della parallela condotta per un punto ad una retta si dovrà dire - stante l'unicità - la parallela e non una parallela.
Si osservi che nel piano le possibili posizioni reciproche di due rette sono soltanto due :
rette incidenti (cioè aventi un solo punto in comune)
rette parallele (cioè aventi tutti i punti in comune o nessuno).
A questo punto fra i postulati ed i corollari che da essi discendono conosciamo molte proprietà delle rette. Anche se non ci è nota la loro intrinseca natura siamo in grado di ragionare su di esse; per cui possiamo passare alla definizione di altri enti geometrici che con le rette hanno uno stretto rapporto.
Le immagini di un granello di sabbia, di un filo steso, della superficie di un tavolo, adoperate in geometria intuitiva per introdurre i concetti di punto, retta e piano dovrebbero apparirci ormai come rappresentazioni piuttosto grossolani. Nulla ci vieta di ricorrere ancora ad esser per aiutare il nostro sforzo di immaginazione, ma solo al patto di considerarli modelli del tutto occasionali.
5° postulato detto postulato di Euclide
Data una retta r ed un punto P esterno ad essa esiste una e una sola retta passante per P e non avente un punto in comune con la r.
Il precedente postulato ci consente di dare la seguente definizione
due rette del piano si dicono parallele se coincidono oppure se non hanno nessun punto in comune.
In molte trattazione non si considerano parallele anche le rette coincidenti. La definizione più ampia riportata è suggerita dalle vedute più recenti degli studiosi di geometria.
Dal postulato di Euclide e dalla successiva definizione discende il seguente corollario
COROLLARIO
Data una retta r ed un punto P del piano (appartenente oppure no alla r) per P si può condurre una ed una sola retta s parallela alla r.
Parlando della parallela condotta per un punto ad una retta si dovrà dire - stante l'unicità - la parallela e non una parallela.
Si osservi che nel piano le possibili posizioni reciproche di due rette sono soltanto due :
rette incidenti (cioè aventi un solo punto in comune)
rette parallele (cioè aventi tutti i punti in comune o nessuno).
A questo punto fra i postulati ed i corollari che da essi discendono conosciamo molte proprietà delle rette. Anche se non ci è nota la loro intrinseca natura siamo in grado di ragionare su di esse; per cui possiamo passare alla definizione di altri enti geometrici che con le rette hanno uno stretto rapporto.
Le immagini di un granello di sabbia, di un filo steso, della superficie di un tavolo, adoperate in geometria intuitiva per introdurre i concetti di punto, retta e piano dovrebbero apparirci ormai come rappresentazioni piuttosto grossolani. Nulla ci vieta di ricorrere ancora ad esser per aiutare il nostro sforzo di immaginazione, ma solo al patto di considerarli modelli del tutto occasionali.
mercoledì 22 novembre 2017
geometria - uguaglianza delle rette
geometria - uguaglianza delle rette
Sappiamo che data una retta AB = r esistono su r due possibili ordinamenti dei suoi punti : quello per il quale A precede B e l'altro per il quale B precede A. Allorché si fissa uno di tali ordinamenti ( ad esempio il primo) si viene automaticamente a fissare su r un vero di percorrenza (quello da A verso B) od a una orientazione della retta.
La retta si dice allora orientata. Il verso prescelto viene detto verso positivo; l'altro verso negativo.
4° postulato. Date due rette orientate a e b e due loro punti A (appartenente ad a ) e B (appartenente a b) esistono due movimenti rigidi che portano a a coincidere con b con A su B : l'uno fa coincidere le due orientazioni e l'altro le dispone in senso opposto.
COROLLARIO. Tutte le rette sono uguali
Infatti date due rette è possibile con un movimento portarle a coincidere.
Sappiamo che data una retta AB = r esistono su r due possibili ordinamenti dei suoi punti : quello per il quale A precede B e l'altro per il quale B precede A. Allorché si fissa uno di tali ordinamenti ( ad esempio il primo) si viene automaticamente a fissare su r un vero di percorrenza (quello da A verso B) od a una orientazione della retta.
La retta si dice allora orientata. Il verso prescelto viene detto verso positivo; l'altro verso negativo.
4° postulato. Date due rette orientate a e b e due loro punti A (appartenente ad a ) e B (appartenente a b) esistono due movimenti rigidi che portano a a coincidere con b con A su B : l'uno fa coincidere le due orientazioni e l'altro le dispone in senso opposto.
COROLLARIO. Tutte le rette sono uguali
Infatti date due rette è possibile con un movimento portarle a coincidere.
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