mercoledì 7 giugno 2017

formule - addizione e sottrazione letterale

formule - addizione e sottrazione letterale

(+ a) + (+b) = a + b

(+ a) + (- b) = a - b = - (b - a)

(- a) + (- b) = - (a + b)

(+ a) - (- b) = a + b

(- a) - (- b) = - a + b = - (a - b)

ab  = a  + b
m   m    m    m



geometria - gli insiemi

geometria - gli insiemi

Nella matematica si usa il vocabolo insieme per indicare un qualunque raggruppamento di enti comunque scelti. Ad esempio si parla dell'insieme dei numeri naturali, dell'insieme dei  triangoli , dell'insieme dei punti di un cerchio, dell'insieme dei vertici di un poligono.
Gli enti che, nel loro complesso formano  un insieme si dicono  elementi di quell'insieme.
Un insieme si dice finito se l'elenco  dei suoi insiemi ha un termine, infinito in caso contrario. Ad esempio  è finito l'insieme dei vertici di un poligono mentre è infinito  l'insieme dei triangoli.
Un insieme  finito può venire indicato  racchiudendo tra i due segni di parentesi graffa gli elementi che lo contengono

A = {1,3,5}

Noi intendiamo significare che un insieme  A  ha per elementi  i primi tre numeri naturali dispari.

Fra gli insiemi  si considera anche quello privo di elementi  o insieme vuoto  che viene indicato con il simbolo
Ø 
Ad esempio è vuoto un insieme di triangoli aventi due angoli retto oppure l'insieme dei punti comuni a due circonferenze concentriche di raggio diverso.

Se consideriamo  l'insieme T dei triangoli  e l'insieme P dei poligoni ci accorgiamo che si verifica una situazione particolare: poiché ogni triangolo è pure un poligono si ha che ogni elemento di T è anche elemento di P. Si dice che T è sottoinsieme di P ovvero T è incluso in P.

In generale un insieme A è sottoinsieme di un altro insieme B se ogni elemento di A è pure elemento di B. Ad esempio  l'insieme 
{2,4} è incluso  nell'insieme {2,4,6,8}l'insieme delle lettere della parola RAMO  è  sottoinsieme delle lettere della parola AMORE.
 
 

 

martedì 6 giugno 2017

geometria - postulati o assiomi

geometria - postulati o assiomi

Abbiamo visto che per definire un ente geometrico occorre far riferimento ad altri enti precedentemente introdotti  che, a loro volta. possono essere definiti solo facendo ricorso ad altri fi modo che di concetto in concetto si deve necessariamente risalire a concetti primitivi.
In modo del tutto analogo, per dimostrare  una data proprietà  ci si deve riferire ad altre proprietà precedentemente  dimostrate che a loro volta dipendono da altre.
Si viene così a costruire  con un procedimento a ritroso una successione di proprietà che non può chiaramente estendersi all'infinito  Per cui è necessario che alcune proprietà iniziali  vengano introdotte senza darne una dimostrazione.
tali proprietà primitive vengono chiamati postulati o assiomi.
I postulati esprimono le prime proprietà dei rami della geometria e generalmente forniscono notizie riguardanti gli enti primitivi. Ad esempio noi dopo aver introdotto la retta come concetto primitivo  ammetteremo che dati due punti A e B  esiste una e una sola retta che li contiene entrambi .
Tale proposizione è chiaramente indimostrabile dato che non solo non conosciamo  alcun'altra proprietà delle rette alla quale appoggiare un qualunque ragionamento in merito ma addirittura ignoriamo per mancanza di definizione cosa siano effettivamente i punti e le rette.
Si osservi a tal proposito  che il discorso geometrico ha grossolanamente un inizio  del tipo seguente : noi intendiamo trattare di certi enti xyz di cui non diamo nessuna definizione  ma dei quali precisiamo che godono delle proprietà abc . E' ovvio che non ha alcun senso  il cercare di dimostrare tale proprietà (postulati). e ciò non solo per  l'insistenza di proprietà precedenti cui appoggiare il ragionamento ma soprattutto  perché i postulati esprimono certe caratteristiche soggettivamente attribuite ad enti di natura imprecisata.
Per esempio se dicessimo :"noi vogliamo  ragionare su certi oggetti che supponiamo siano solidi di color rosso elettrizzati positivamente ecc.2 che significato avrebbe dimostrare che il colore di questi oggetti è rosso perché la scelta del colore è casuale.

Da quanto esposto  dovrebbe risultare chiaro che  i postulati  fornendo una serie di precisazioni circa gli enti primitivi li delimitano e li caratterizzano togliendo  loro buona parte di quella arbitrarietà che sembrava assoluta allorché  essi erano stati introdotti. Si può asserire che i postulati danno una definizione implicita degli enti primitivi

geometria - i teoremi inversi

geometria - i teoremi inversi

Consideriamo l'implicazione logica espressa nel proverbio "chi dorme non piglia pesci".
Dall'ipotesi  una persona dorme  discende la tesi non piglia pesci.
Proviamo a rovesciare il discorso  cioè a scambiare l'ipotesi con la tesi. Me viene fuori l'implicazione inversa  chi non piglia pesci  dorme ma questo non è esatto non tutti quelli che non pigliano pesci stanno dormendo.

Mentre se prendiamo  il teorema " se due corde di un cerchio sono uguali esse hanno uguali distanze dal centro ".
Scambiando l'ipotesi con la tesi  si ottiene il teorema inverso  se due corde di un cerchio hanno uguali distanze dal centro sono uguali  infatti anche questo teorema è vero.

Quando due teoremi uno inverso dell'altro  sono entrambi veri si conviene enunciarli insieme  facendo precedere l'enunciato di uno solo  di essi dalla locazione condizione necessaria e sufficiente.
Non sempre per un teorema diretto ne esiste uno inverso.

lunedì 5 giugno 2017

geometria - i corollari

geometria - i corollari

in certi casi accade che, una volta dimostrato un teorema da questo conseguano  altri teoremi in modo tanto immediato che le relative dimostrazioni possono essere del tutto omesse  o appena accennate. tali proposizioni, che  sono immediate  conseguenze di un precedente teorema sono dette suoi corollari.
Ad esempio  una volta dimostrato il teorema: "in un triangolo ad angolo maggiore corrisponde il lato maggior" di può subito dedurre il corollario: "l'ipotenusa di un triangolo rettangolo  è maggiore di ciascuno dei due cateti".
si può ricordare che  essendo retto l'angolo opposto all'ipotenusa  esso è maggiore  degli angoli opposti ai cateti che sono acuti.

Si noti che è piuttosto soggettivo  lo stabilire se un teorema è conseguenza più o meno ovvia di un'altra preposizione ammessa in precedenza. Per questo motivo la distinzione tra teoremi  veri e propri e corollari non riveste grande importanza logica ed è lasciata al giudizio di chi espone una teoria matematica.
Certe proprietà degli enti geometrici sono espresse da proporzioni non dimostrabili che chiameremo postulati o assiomi. Anche da tali proprietà  discendono conseguenze  del tutto immediate.
Esse pure vengono dette corollari.

geometria - i teoremi

geometria - i teoremi

"riscaldando un corpo solido si dilata"

Il prodursi del primo fatto implica il verificarsi del secondo. Per questo motivo questa frase prende il nome di implicazioni  logiche o semplicemente implicazioni.
La prima delle situazioni considerate si chiama ipotesi. La seconda si dice tesi.
L'ipotesi riscaldo un corpo solido
la tesi  il corpo si dilata.
Nelle implicazioni logiche di tipo matematico la dipendenza della tesi  dalla relativa ipotesi non viene accettata perché  la cosa è evidente  o perché l'esperienza  ripetuta  ci prova che tale dipendenza effettivamente sussiste, bensì  in virtù di un preciso ragionamento che viene detto dimostrazione.

Le implicazioni  logiche che possono essere provate mediante una dimostrazione si chiamano teoremi.
In un teorema la proposizione che si intende  dimostrare viene detta enunciato del teorema stesso.

i concetti primitivi - geometria

i concetti primitivi - geometria

Vogliamo  ora mostrare come non sia possibile definire tutti i concetti che figurano in una data materia. In particolare ci interessa chiarire la definizione di tutti i concetti geometrici.
Quindi per definire un quadrato dobbiamo conoscere  i concetti di angolo  lato uguaglianza. Di conseguenza  prima di parlare del quadrato dobbiamo  precisare che " un quadrilatero è un poligono che ha quattro vertici " che "un suo lato è il segmento che per estremi  due vertici consecutivi" ecc.

Ma anche queste definizioni presuppongono  la conoscenza di altri  termini geometrici (poligono vertice segmento)  i quali pure possono essere introdotti solo mediante  l'ausilio  di altri enti che, a loro volta, sono definibili facendo riferimento a concetti precedentemente  considerati.
Tale procedimento  a ritroso col quale stabiliamo un possibile ordine secondo cui vanno introdotti  e definiti  i diversi termini  del discorso geometrico  non può evidentemente continuare all'infinito.
In altre parole è necessario che di alcuni concetti (detti concetti o enti primitivi) non venga data alcuna definizione,.
Essi costituiranno la base su cui costruire altre definizioni.

domenica 4 giugno 2017

definizioni in geometria

definizioni in geometria

Una definizione è una frase nella quale si spiega qual è la natura di un certo ente e si attribuisce  ad esso il nome che lo contraddistingue.
La definizione chiarisce qual è il significato dell'ente preso in esame  utilizzando  la conoscenza di altri enti (o concetti o cose).
Così per spiegare che cos'è il vento?  possiamo dire che  un movimento di masse d'aria  dovuto a diverso riscaldamento delle diverse zone della terra.
che cos'è il quadrato ?  un quadrato è un quadrilatero  con i lati uguali e gli angoli uguali.

per spiegare che cos'è il vento abbiamo supposto che il lettore fosse a conoscenza dei vocaboli movimento, masse, aria, riscaldamento, Terra. Allo stesso modo  la definizione che abbiamo dato del quadrato è intellegibile solo se sono noti i concetti di quadrilatero, lato angolo, uguaglianza.

i fondamenti della geometria

i fondamenti della geometria

Geometria intuitiva e geometria razionale


La geometria intuitiva ( cioè la geometria studiata col metodo intuitivo) cerca di stabilire le proprietà dei corpi e delle figure  in base alla esperienza che ce ne dànno  i nostri sensi,  cioè in base all'osservazione attenta di corpi aventi forme particolari  e di figure aventi  certe caratteristiche. Da queste osservazioni sperimentali  la geometria deriva le regole  e le definizioni come generalizzazione suggerita dall'intuizione delle proprietà osservate.

La geometria razionale (cioè studiata con il metodo razionale)  si riferisce invece a  figure ideali che sono delle pure e semplici astrazioni della mente. Di esse  noi troviamo nella realtà fisica delle imitazioni grossolane e approssimate.
Le proprietà di queste figure  non vengono stabilite in base all'esperienza ma sono in virtù di  precisi ragionamenti che trascurano  tutto ciò  che in particolare ha la figura presa in esame e si basano soltanto sulle sue proprietà generali. In tal modo il ragionamento assume un carattere  universale. Cioè  senza possibilità di errore tanto  per quella figura quanto per tutte le altre che godono delle stesse proprietà.

origini della geometria

origini della geometria

La parola geometria deriva dal greco e significa misurazione della terra (Ghe = terra e metron =misura) .
Nacque per esigenza nell'antichità di stabilire regole che fornissero la misura dell'estensione delle loro terre.
Non vi è  però una testimonianza certa che confermi l'uso della geometria nelle civiltà pre-egizie.
Possiamo affermare con sicurezza che  gli antichi Egiziani possedevano  alcuni elementi di questa materia.
Lo documentano  diversi papiri e in particolare il papiro di  Rgind ( della lunghezza di circa 20 metri  e che si conserva nel British Museum di Londra ( nel quale  è contenuto  il libro di calcolo di Ahmes così chiamato lo scriba  che trascrisse  un teso  che già  aveva alcuni secoli di vita. In esso  sono riportate le regole per la misura di campi quadrangolari e triangolari  nonché elementi del calcolo con le frazioni e misure di certi solidi.
Notizie sulle conoscenze geometriche degli antichi Egizi  ci provengono  da Erodoto  e da Proclo.
Quest'ultimo è considerato  il più autorevole storico delle antiche  matematiche così scrive : "seguendo la tradizione  generale diremo  che gli Egiziani  furono i primi inventori della geometria  e che essa nacque  dalla misurazione dei campi che essi dovevano sempre rinnovare per le inondazioni del Nilo che cancellavano tutti i confini delle proprietà".
Ci risulta che gli Egiziani conoscevano il teorema di Pitagora sono in un caso particolare  e precisamente sapevano che un triangolo con i lati lunghi  3, 4 , 5 volte  una certa unità di misura è rettangolo.
Essi usavano questa loro conoscenza per costruire sul terreno con corde e picchetti un triangolo di tale tipo in questo modo  disegnavano angoli retti che  servivano come traccia per la costruzione delle fondamenta degli edifici e templi.
Ciò conferma il pensiero di Proclo  secondo cui la geometria egiziana aveva solo carattere pratico.

Solo più tardi nell'antica Grecia  la geometria si sviluppò come scienza pura e venne  studiata in modo autonomo prescindendo dai problemi pratici. I greci riorganizzarono  l'intero edificio geometrico  passando per primi  da una esposizione frammentaria ad una rigorosa. L'opera fondamentale  è costruita  dagli elementi di Euclide.
Le chiare e ordinate pagine di questo matematico del III secolo  a.C. sono state  per oltre venti secoli un vero e proprio modello per tutti  gli studiosi.
Proprio per l'importanza dell'opera di Euclide dividiamo la storia in due periodi: pre-euclideo  e euclideo.

venerdì 26 maggio 2017

ripasso aritmetica I°

ripasso aritmetica

i numeri razionali assoluti sono tutti numeri interi e frazionari

ADDIZIONE

a) proprietà commutativa :  la somma di più numeri non cambia se si cambia il numero degli addendi
b) proprietà associativa : la somma di più numeri non cambia se a due o più addendi si sostituisce la loro somma
c) proprietà dissociativa: La somma di più numeri non cambia  se un suo addendo viene sostituito con due o più altri addendi la cui somma sia uguale all'addendo sostituito.

La somma di qualsiasi numero e dello zero è uguale al numero considerato.

MOLTIPLICAZIONE

a) proprietà commutativa : Il prodotto di due o più numeri non dipende dall'ordine dei fattori
b) proprietà associativa : il prodotto di due o più numeri non cambia se  a due o a più fattori si sostituisce il loro prodotto
c) proprietà dissociativa : il prodotto di più numeri non cambia se un fattore si sostituisce con due o più fattori il cui prodotto sia uguale al fattore sostituito
d)  proprietà distributiva :  Il prodotto  di una somma per un numero  è uguale alla somma dei prodotti che si ottengono moltiplicando  ordinatamente  gli addendi della somma data  per quel numeri

EQUIVALENZE

unità di misura

derivate dal metro

Mm        miriametro              10.000 metri
km          chilometro                1.000 metri
hm         ettometro                      100 metri
dam       decametro                       10 metri
m           metro                                1 metro
dm         decimetro                      0,1 metro
cm         centimetro                   0.01 metro
mm        millimetro                 0,001 metro

per la superficie diventeranno km^2 , m^2 ecc.  nei solidi Km^3 m^3 ecc.

misure agrarie

ha         ettaro                         10.000 metri quadrati
a           ara                                   100 metri quadrati
ca         centiara                                1 metro quadrato

derivati dal litro

kl         chilolitro                        1000 litri
hl          ettolitro                            100 litri
dal        decalitro                             10 litri
l           litro                                       1 litro
dl         decilitro                              0,1 litro
cl         centilitro                           0,01 litro
ml        millilitro                          0.001 litro

derivati dal grammo

t           tonnellata                        1000.000  grammi
q          quintale                             100.000 grammi
Mg       miriagrammo                      10.000 grammi
kg        chilogrammo                         1000  grammi
hg        ettogrammo                             100  grammi
dag       decagrammo                            10   grammi
g          grammo                                      1  grammo
dg         decigrammo                            0,1 grammi
cg          centigrammo                          0,01 grammi
mg        millligrammo                       0,001 grammi

peso specifico

Ps = P:V    peso specifico = peso : volume
P= Ps x V  peso = peso specifico x volume
V= P: Ps    volume = perso : peso specifico

i numeri primi sono numeri divisibili per 1 o per se stessi

scomporre un numero in fattori primi significa cercare i fattori primi contenuti esattamente nel numero dato  e scrivere il numero in  stesso come prodotto di divisori primi

un numero è divisibile per un altro quando, scomposti  entrambi in fattori primi  il primo contiene tutti i fattori del secondo  ognuno con esponente maggiore o uguale a quello con cui figura nel secondo

MCD = MASSIMO COMUN DIVISORE
il più grande numero contenuti in due o più numeri dati si trova scomponendo in fattori primi  moltiplicando tra loro i fattori comuni con il minimo esponente

MCM = MINIMO COMUNE MULTIPLO
il minor numero che contiene tutti i numeri dati si calcola scomponendo i numero in fattori primi e si moltiplicano  fra lor i fattori comuni e non comuni con il massimo esponente

UNITA' FRAZIONARIA
ciascuna delle  parti ottenute dividendo l'unità intera in un certo numero di parti
il numero delle parti prese in considerazione è numeratore
il numero delle parti in cui è divisa l'unità è denominatore

un unità frazionaria con stesso numeratore e denominatore è una parte intera

frazione propria  il numeratore è minore del denominatore
frazione improprio il numeratore è maggiore del denominatore
frazione apparente il numeratore è multiplo del denominatore

Il valore di una frazione non cambia se moltiplichiamo o dividiamo i due termini per uno stesso numero





mercoledì 29 marzo 2017

gli insiemi matematici scuola superiore

gli insiemi matematici scuola superiore

Concetto di insieme

Sono fondamentali per la matematica moderno sia il concetto di insieme  si a quello di elemento dell'insieme che noi assumiamo come concetti primitivi ossia non li definiamo in quanto costituiscono per noi il punto di partenza per definirne altri. Tuttavia riteniamo utile illustrare i due concetto con le parole stesse usate da Cantor  : con i nome di insieme  intendiamo ogni raccolta classe aggregato totalità I di oggetti ben determinati e distinti della nostra intuizione o del nostro pensiero: Tali oggetti vengono chiamati gli elementi di I.
Gli elementi di un insieme (astratti o concreti) possono essere di natura qualsiasi  purchè  ben determinati; cioè  che si sappia decidere senza ambiguità se un elemento appartiene o no all'insieme considerato: Pertanto un insieme  reterà individuato quando si conoscono singolarmente gli elementi  o perchè effettivamente elencati o perché assegnati mediante una proprietà caratteristica.


oppure può essere individuato assegnando  la proprietà caratteristica di suoi elementi (numeri naturali maggiori di 2 e minori di 7)

I = 2< x  < 7

(che si legge insieme formato dagli elementi  x tali che siano compresi tra 2 e 7 )
non sarebbe esauriente perché non è indicato l'ambiente in cui  bisogna trarre gli elementi x infatti x potrebbe indifferentemente rappresentare un numero naturale o solamente pari o solamente dispari  o un numero razionale  ecc.
La totalità degli elementi da cui  bisogna trare quelli occorrenti per formare un insieme si dice insieme ambiente o insieme universo che indicheremo con U

E' molto comoda la rappresentazione grafica degli insiemi realizzata con  i diagrammi di Venn secondo cui un insieme è raffigurato da una linea chiusa indicante I

lunedì 27 marzo 2017

monomi

Si dice monomio qualunque espressione algebrica in cui non figurano addizioni o sottrazioni


per esempio



10 a^3b            e   (2)a(+5)b


vediamo che ogni monomio  si può  presentare come il prodotto di un solo fattore numerico e di potenze di basi diverso.


2a^2b^2c

In questo caso il monomio si dice ridotto alla forma normale.

Si dice coefficiente di un monomio ridotto alla forma normale il suo fattore numerico e parte letterale il prodotto dei fattori letterali coi loro esponenti.


Un monomio ridotto in forma normale si dice intero  se le lettere non figurano al denominatore  cioè  se tutte le sue lettere hanno esponente positivo in caso contrario si dice frazionario

monomi interi


5a^2               - 3 x^2yz  
                         4


monomi frazionari

2a^2               - 3y
b^3                   4x

si dice grado di un monomio intero la somma degli esponenti delle sue lettere
si ricordi che ogni lettera priva di esponente va considerata come potenza avente per esponente 1


7ab^2c^3 è  1+2+3 = 6


Il grado ora definito si dice grado complessivo.
Si dice invece grado di un monomio intero rispetto ad una lettera l'esponente  di quella lettera

per esempio

3 a^3b^2c^      

è di grado 3 rispetto alla lettera a

Se in un monomio manca una data lettera si dice di grado 0 rispetto a quella lettera
per esempio


3ab^2c^0    è zero rispetto alla lettera c che corrisponde a 1

Espressioni algebriche

Espressioni algebriche

 estendendo una locuzione introdotta nell' aritmetica si chiama espressione algebrica un insieme di qualunque dei numeri relativi rappresentanti anche da lettere legati tra loro da segni di operazioni. Un'espressione algebrica si dice razionale quando le operazioni da eseguirsi sulle lettere sono soltanto quelle di addizione sottrazione moltiplicazione e divisione.
Il nome deriva dal fatto che le quattro operazioni nominate si dicono. Razionali, perché quando si opera con s su numeri razionali interi e frazionari si ottengono sempre numeri razionali. Un'espressione si dice intera se fai segni di operazione da eseguirsi sulle lettere non compare quello di divisione in caso contrario l'espressione si dice frazionaria.
Attribuire a una lettera che compare in un'espressione algebrica un dato valore significa sostituire a quella lettera il numero dato. Quando le lettere di un'espressione algebrica si sostituiscono dei numeri relativi e si eseguono tutte le operazioni indicate si ottiene come risultato un numero relativo che si dice per valore numerico delle espressioni algebrica per i dati valori delle lettere. Naturalmente si suppone che per i dati valori delle lettere le operazioni indicate siano possibile altrimenti le espressioni perde di significato

Si consideri l'espressione

-3a + 2b^2 - 5 c

e si voglia calcolare il valore numerico attribuendo alle lettere i valori

a = - 2         b= + 1       c = - 3
                            3               4


facendo la sostituzione


- 3 (-2) + 2(+1)^2 - 5(-3)
                     3             4

facendo i calcoli

6 + 2 + 15= 359
      9     4     36

lunedì 23 gennaio 2017

frazioni decimali e numeri decimali

frazioni decimali e numeri decimali

FRAZIONI DECIMALI

Una frazione il cui denominatore  sia 10   100   1000  ecc. cioè una potenza di 10  si dice frazione decimale. sono ad esempio frazioni decimali

 9         13
10       100

le frazioni decimali   

 1       1
10     100

si dicono rispettivamente  unita frazionarie decimali del primo ordine o dei decimi del secondo ordine o dei centesimi ecc.
e si indicano come voi già sapete con le scritture

0,1    0,01  ecc.

NUMERI DECIMALI

Poiché una frazione rappresenta il quoto della divisione del suo numeratore per il denominatore

3273  = 3273 :100 = 32,73
100    


cioè
ogni frazione decimale si può porre sotto forma di numero decimale scrivendo il solo numeratore separando in esso con la virgola partendo da destra verso sinistra tante cifre decimali quanti sono gli zeri del denominatore.

Se è necessario si pongono degli zeri alla sinistra del numeratore. Ciò quando il numero delle cifre del numeratore e minore di quelle del denominatore si ha per esempio

  37     = 0,037
1000

Un numero decimale è uguale alla frizione avente per numeratore un numero intero ottenuto sopprimendo in esso la virgola e per denominatore la cifra 1 seguita da tanti zeri quanti sono le cifre decimali del numero decimale considerato.

3,72 =  372
            100

mercoledì 13 luglio 2016

Misura del tempo

misura del tempo

la misura del tempo è cosa famigliare a tutti. Tutti avete idea di cosa siano  il secondo il minuto  l'ora il giorno  la settimana il mese l'anno il secolo.
ogni intervallo  di tempo si può misurare nel modo più opportuno talora conviene usare i giorni altre volte le ore  spesso i secondi.
Comunque tutte le misure  di tempo possono essere espresse in secondi.
Come mai questa scelta ?  Forse  il secondo è comodo perché no è molto diverso dall'intervallo di due battiti del cuore , ma la circostanza più importante  è stata tratta dalle misurazioni del movimento del sole.
Gli  astronomi  hanno calcolato con grande  precisione il tempo medio  che passa tra l'istante  esatto in cui il sole raggiunge la posizione più alta  e quello in cui ritorna nella stessa posizione.
hanno diviso  questo intervallo di tempo in 86.400 parti  e scelto una di queste parti come unità di misura per il tempo. Questa unità di misura  è stata chiamata secondo.
Il tempo è veramente prezioso  per tutto.

Quanto è lungo un minuto ?

In un minuto ci sono 60 secondi. Gli orologi che misurano anche i secondi hanno due lancette più grandi e una più sottile (quella che gira più velocemente)  che segna i secondi che passano.
Questi orologi si chiamano cronometri.

esercizi

quanti secondi ci sono in mezzo secondo ?
e in 1/4 di minuto?
come potete anche scrivere  63 secondi ? e 125 secondi?

Il tempo e le ombre

avete mai osservato la vostra ombra ? è sempre la stessa ?
Misurate in una giornata di sole la vostra ombra  ad ogni ora e vedrete riportando i risultati su un quaderno che non sarà sempre uguale
In quale ora del giorno sarà più corta ? e in quale più lunga ?
Se avete un bastone  disponetelo verticalmente  in un posto illuminato  tutto il giorno e osservate la sua ombra
Tracciate con il gesso  una line di ombra del bastone una volta gli antichi misuravano il tempo in questo modo
Ad ogni linea corrisponde un'ora.
Se poi suddividete  gli intervalli tra un'ora e l'altra  avrete mezz'ore e quarti d'ora questo strumento viene chiamata meridiana

martedì 10 maggio 2016

teorema di Pitagora

teorema di Pitagora

un notevolissimo  caso di equivalenza che torva larga applicazione in tutti i rami della matematica è quello che prende il nome di teorema di Pitagora

disegnate su un cartoncino  un qualsiasi triangolo rettangolo  ABC   costruite tre quadrati sull'ipotenusa e sui cateti
da questo si deduce che
 
in ogni  triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui due cateti
 
poiché poligoni equivalenti hanno la stessa area il teorema di Pitagora si può enunciare così
 
in ogni triangolo rettangolo  l'area del quadrato costruito  sull'ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui due cateti
 
si può affermare che
 
la misura di un cateto di un triangolo rettangolo si ottiene estraendo la radice quadrata della differenza fra il quadrato dell'ipotenusa  ed il quadrato della misura dell'altro cateto
 


martedì 29 marzo 2016

espressioni algebriche

le espressioni - algebriche

estendendo una  locuzione introdotta nell'aritmetica  si chiama espressione algebrica un insieme qualunque di numeri relativi rappresentati anche da lettere legati tra loro da segni di operazioni 

sono per esempio  espressioni algebriche :
 3 ab^2
7a - b^2

4a+ 2ab^2
_________
a+ b

una espressione algebrica si dice razionale quando le operazione da eseguirsi sulle lettere sono soltanto quelle di addizione sottrazione moltiplicazione e divisione  le espressioni qui sopra sono razionali
il nome deriva dal fatto che  le quattro  operazioni nominate si dicono appunto razionali perché si opera con esse su numeri razionali interi  o frazionari si ottengono sempre numeri razionale

una espressione si dice intera  se fra i segni  di operazione da eseguirsi sulle lettere non compare quello della divisione in caso contrario di dice frazionaria

attribuire a una lettera che compare in un'espressione algebrica un dato valore significa sostituire alla lettera un numero dato

quando  alle lettere di un'espressione algebrica  si sostituiscono dei numeri relativi e si eseguono   tutte le operazione indicate si ottiene come risultato  un numero relativo  che si dice valore numerico  dell'espressione algebrica per i dati  valori delle lettere
naturalmente si supone che per i dati valori delle lettere le operazioni indicate siano possibili altrimenti l'espressione perde di significato

così ad esempio  se l'espressione contiene dei divisori questi dovranno risultare diversi da 0

-3a +2b^2- 5c

se a =-2
se b= + 1
             3
se c= 3
         4
-3* (-2) + 2 (+1)^2 - 5( -3) = 6+ 2 + 15 = 359
                       3              4                  4      36
           

le espressioni

le espressioni - algebriche

estendendo una  locuzione introdotta nell'aritmetica  si chiama espressione algebrica un insieme qualunque di numeri relativi rappresentati anche da lettere legati tra loro da segni di operazioni 

sono per esempio  espressioni algebriche :
 3 ab^2
7a - b^2

4a+ 2ab^2
_________
a+ b

una espressione algebrica si dice razionale quando le operazione da eseguirsi sulle lettere sono soltanto quelle di addizione sottrazione moltiplicazione e divisione  le espressioni qui sopra sono razionali
il nome deriva dal fatto che  le quattro  operazioni nominate si dicono appunto razionali perché si opera con esse su numeri razionali interi  o frazionari si ottengono sempre numeri razionale

una espressione si dice intera  se fra i segni  di operazione da eseguirsi sulle lettere non compare quello della divisione in caso contrario di dice frazionaria

attribuire a una lettera che compare in un'espressione algebrica un dato valore significa sostituire alla lettera un numero dato

quando  alle lettere di un'espressione algebrica  si sostituiscono dei numeri relativi e si eseguono   tutte le operazione indicate si ottiene come risultato  un numero relativo  che si dice valore numerico  dell'espressione algebrica per i dati  valori delle lettere
naturalmente si supone che per i dati valori delle lettere le operazioni indicate siano possibili altrimenti l'espressione perde di significato

così ad esempio  se l'espressione contiene dei divisori questi dovranno risultare diversi da 0

-3a +2b^2- 5c

se a =-2
se b= + 1
             3
se c= 3
         4
-3* (-2) + 2 (+1)^2 - 5( -3) = 6+ 2 + 15 = 359
                       3              4                  4      36
           

martedì 15 marzo 2016

numeri relativi : proprietà dell'addizione

numeri relativi : proprietà dell'addizione

l'addizione  di più numeri relativi gode della proprietà commutativa e associativa dell'addizione aritmetica

proprietà commutativa - la somma di più numeri  relativi non cambia  comunque si muti l'ordine  degli addendi

55-7-12+8+ 16 = -12+5+8-7+16

proprietà associativa  - la somma di più numeri relativi non cambia se ad alcuni di essi si sostituisce la loro somma effettuata

-3+12-7+4-6

invece di operare secondo la definizione  possiamo ad esempio  sostituire gli addendi  +12 -17  e + 4  con la loro somma effettuata perciò ricordando l'uso delle parentesi  si può scrivere

-3+12-17+4 -6 = -3+(12-17+4)-6

la proprietà associativa  può essere espressa  mediante la seguente regola pratica

in una somma di più numeri relativi  si può racchiudere tra parentesi preceduta dal segno +  un numero qualunque di addendi  scrivendo questi numeri con gli stessi segni che hanno nella somma data

OSSERVAZIONE
i numeri che sostituiscono la somma effettuata no devono necessariamente occupare posizioni consecutive  perché mediante la proprietà commutativa si possono sempre ordinare in posizioni  consecutive prima di sostituirli con la somma effettuata

proprietà dissociativa - la somma di più numeri relativi non cambia se ad uno di essi si sostituiscono  più numeri relativi  la cui somma sia eguale al numero soppresso

-7+ (8-5+2) = -7+8-5+2

si può anche dire che per aggiungere a un numero una somma si può aggiungere a quel numero  ciascun addendo alla somma

da qui si deduce una regola pratica

quando davanti ad una parentesi  che racchiude una somma vi è il segno +  si può togliere la partentesi sopprimendo il segno +  che a precede e lasciando  inalterato i segni dei suoi addendi 

usando la proprietà commutativa si possono  sommare tra loro  separatamente i numeri positivi e quelli negativi e poi si sommano i due numeri relativi ottenuti

martedì 16 febbraio 2016

numeri relativi : addizione

l'addizione con i numeri relativi si indica ponendo il segno + fra i numeri relativi chiusi entro una parentesi con il proprio segno

esempio

(+7)+(-15)+(+10)+(-4)

la somma di due numeri relativi è definita dalle definizioni

I   la somma di due numeri relativi dello stesso segno  è il numero relativo che ha lo setto segno degli addendi e per valore assoluto la somma di loro valori assoluti

esempi

(+7)+(+15) = +22

(-8)+ (-6) = -14

questa regola è evidente se pensiamo a numeri positivi come crediti e i numeri relativi come debiti

II   la somma di due numeri relativi di segno contrario  è il numero relativo che ha il segno  dell'addendo  in valore assoluto maggiore  e per valore assoluto la differenza dei valori assoluti dei numeri dati

esempi

(+10) + (-7) = +3
(+15 ) +(-20) = - 5

II  la somma di due numeri opposti è 0

esempi

(+7) + (-7) = 0
(-10) + (+10) = 0

IV la somma di un numero relativo  e di zero è uguale al primo numero

esempio
(+3)+ 0 = +3

V   la somma di più numeri relativi in un dato ordine è il numero relativo che si ottiene aggiungendo al primo  il secondo alla somma ottenuta il terzo  e così via

esempio

(+3) + (-10) + (-6) + (+15) + (-7) =
(-7) + (-6) + (+15)+(-7)=
(-13) + (+15) +(-7) =
(+2 )+ (-7) = -5

se uno o più numeri sono frazioni  si riducono i valori assoluti al minimo comune denominatore  e si sommano  i numeri frazionari applicando  le regole precedenti

numeri relativi - addizione